Accade quasi per caso che realizzi quanto sia importante la musica. Nel profondo, sei consapevole di quanto essa sia parte di te, di come non possa mai tradirti, né farti del male. Ma non ci pensi mai veramente.

Accade un giorno, mentre ascolti per l’ennesima volta For Whom the Bell Tolls e il tuo sguardo si ferma sulla linea dell’orizzonte. Così ricordi quell’identico momento di... quanti anni fa? Quindici? Venti? Oddio, sono almeno ventuno! E scopri che, dopo tutti questi anni, nulla delle tue emozioni è mutato. Nulla.

La rabbia per Cliff e le lacrime su Fade to Black. Il brivido di quel particolare passaggio, la batteria, la linea di basso, il solo di chitarra, la voce. Ti ricordi? Ero piccolina e scrivevo su muri e pareti che I Metallica ti strappano il corpo e ti graffiano lanima. Oggi conservo un’infinità di momenti speciali legati alla musica.

Come quando abbiamo ascoltato per la prima volta dal vivo quel piccolo gioiello che è Roundabout o come quando il mio Tobias Growler mi guarda arrabbiato dal suo angolo e mi porta ricordi mai sopiti del mio passato da strega musicante, quando la nostra musica esplodeva nell’aria e vedevo sguardi attenti e sorrisi nelle persone in ascolto davanti a noi.

La musica è parte di ciò che mi tiene ancorata al bordo, così da non cadere. E quando è tutto un disastro, quando non puoi più respirare e pensi di non farcela, c’è sempre lei. Nel suo spazio dentro la tua testa, discreta e potente.

Adesso capita che ascolto anche quando non ascolto poiché la musica si è radicata nel mio animo. Per sempre.

Prendo carta e penna e ti scrivo una lettera, vera,
niente cursori che lampeggiano.
Sabato, 10 novembre 2007